Cena di Betania

Un’iniziativa in cui fede e carità si fondono in un gesto di bellezza

Da alcuni anni, la sera della Domenica delle Palme, presso il refettorio del Convento dei Padri Carmelitani Scalzi di Trento, è possibile condividere un’antica tradizione carmelitana, che è stata denominata Cena di Betania: una cena povera, che desidera essere prima di tutto un incontro di amicizia e di solidarietà, seguita da un momento di meditazione e preghiera.

L’iniziativa si concepisce come un momento di fraternità dentro quella tradizione carmelitana che ha attraversato i secoli ed è arrivata fino ai nostri giorni offrendo a molte persone una patria spirituale ancora viva e feconda nella Chiesa e nel mondo. Con la Domenica di Passione si entra nella Settimana Santa. Sappiamo che i Vangeli raccontano in modo molto dettagliato gli ultimi giorni della vita di Gesù, al punto che è possibile risalire a ciò che egli ha fatto in ciascuno di essi e – dall’ultima Cena in poi – ora dopo ora, momento per momento.

Dov’era, dunque, Gesù la sera della Domenica delle Palme? Nel Vangelo di S. Matteo, si legge che dopo il suo ingresso trionfale in Gerusalemme, «uscì fuori dalla città, verso Betania, e là trascorse la notte». Pensando a Lui, che molto probabilmente si fermò a dormire in casa di Marta e di Maria, Santa Teresa d’Avila accompagnava il Signore con il pensiero per tutta la giornata e mangiava solo verso le tre del pomeriggio, dopo aver fatto parte del suo pranzo con un povero, intendendo con questo gesto rifocillare lo stesso Gesù.

«Il giorno delle Palme, quando potevo, mi accostavo alla Comunione cercando di prepararmi l’anima in modo da poter ospitare il Signore, poiché mi pareva che la folla fosse stata troppo crudele quando, dopo averlo accolto con tanto trionfo, lasciò che andasse a mangiare lontano; e facevo conto di trattenerlo con me, benché non gli apprestassi che un soggiorno assai misero».

Sull’esempio della santa, lo scopo del ritrovarsi a condividere una cena tutti insieme è proprio fare compagnia a Gesù. Il refettorio del convento diventa così – in un certo qual modo – la casa di Betania, ove si accoglie il Signore con il desiderio di diventargli ancora più amici, incarnando la sollecitudine premurosa di Marta e l’amorosa contemplazione di Maria. Al termine della cena, infatti, la serata continua con un momento di ascolto di alcuni testi, che inizialmente venivano tratti dagli scritti di autori sacri o di santi, mentre ora (dal 2011) vengono preparati per l’occasione.

Quindici anni dopo la prima edizione, la Cena di Betania ha iniziato a svolgersi con modalità proprie anche a Brescia, Verona, Adro(BS).

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